Quando, nel 1980, su idea di Augusto Mencarelli, allora direttore della Banda Filarmonica di Corciano, fu indetto il primo Concorso di Composizione Originale per Banda, le bande, specialmente quelle italiane (in altre nazioni la situazione era già in evoluzione), erano ancora legate fortemente alla tradizione, all’idea che il loro ruolo fosse solamente quello di vivacizzare le feste paesane, di seguire le principali funzioni religiose, di portare alla conoscenza popolare, grazie a trascrizioni e opportuni adeguamenti, la musica delle grandi opere del melodramma. Poche erano le opere scritte per la banda e le sue capacità espressive. Marce, marce sinfoniche e poco più. Gli organici erano quelli che Alessandro Vessella, alla fine dell’ottocento, aveva codificato e diffuso quasi come un dogma.

Nel 1980, quindi, la situazione bandistica era stagnante e Mencarelli, appassionato musicista, curioso conoscitore dei fermenti che in Europa, ma specialmente in America si stavano verificando, comprendeva in pieno la necessità di avere della musica nuova, delle idee fresche capaci di dare nuovo stimolo e diversa collocazione alle Bande relegate ad un ruolo di subalternità rispetto alle formazioni musicali di struttura accademica.

Certo quello che sperava Mencarelli nel proporre alla Pro Loco di Corciano, Associazione con una struttura in grado di sostenere l’impatto organizzativo di un concorso lanciato su base nazionale, era di avere qualche nuova composizione originale da eseguire con la Banda di Corciano e di inserirle nel catalogo della Casa Editrice “Tito Belati” di Perugia che aveva accettato con entusiasmo di garantire, quale premio, la stampa e la diffusione delle partiture selezionate dalla giuria.

Nelle prime due edizioni del Concorso (1980 e 1981) le opere che vennero proposte e premiate non avevano alcunché di innovativo, di ricercato, di accademico, di sperimentale. Erano brani in perfetta linea con la tradizione bandistica italiana, marce o marce sinfoniche che nulla portavano, per il linguaggio utilizzato, la costruzione e l’organico, al rinnovamento che il concorso si prefiggeva di stimolare.

Questi due primi anni del concorso, non producendo alcuno degli effetti sperati, portarono gli organizzatori a chiedersi se fosse conveniente continuare ad impegnare risorse economiche e organizzative in questa iniziativa.

La riflessione della Pro Loco fu lunga e travagliata. Se da un lato il concorso poteva diventare, oltre ad un elemento di crescita culturale delle bande, uno strumento di promozione turistica di Corciano e del suo territorio. Dall’altro, la sua sterile produzione non portava alcun beneficio alle bande e la sua continuità con il passato non avrebbe dato visibilità e creato interesse per chi lo stava sostenendo.

A far pendere l’ago della bilancia verso la continuazione della iniziativa fu certamente la determinazione della Pro Loco di Corciano di impegnarsi a contribuire alla “rivoluzione culturale” che, già da qualche tempo, alcuni operatori del settore stavano tentando di portare avanti, al fine di modernizzare la banda, portandola a ricoprire un ruolo diverso che riuscisse a evidenziare le possibilità espressive che sicuramente aveva, ma che ancora non erano state valorizzate.

La Pro Loco cominciò, quindi, a cercare una figura che fosse un impegnato sostenitore in questo tentativo di ammodernamento. Su proposta del maestro Pietro Franceschini, insegnante di tromba al Conservatorio “F. Morlacchi” di Perugia e consulente srtistico della casa editrice Belati, vennero presi contatti con Andrea Franceschelli, allora docente al Conservatorio di Perugia di musica di insieme. Franceschelli era in contatto con i nuovi “fermenti” artistici, sia nazionali che europei, che cercavano di portare la banda in una dimensione moderna e che, tra l’altro,erano in cerca di nuovi repertori, nuovi linguaggi, nuovi canoni espressivi. Franceschelli accettò di collaborare chiedendo, però, che fosse radicalmente cambiata l’impostazione del concorso indirizzandolo verso la ricerca, la sperimentazione, la innovazione. La Pro Loco accettò questa impostazione ed il primo problema che si pose fu quello di trovare un presidente di giuria che potesse guidare il concorso verso questa nuova impostazione. Il primo nome che fu fatto fu quello di Luciano Berio con cui Franceschelli aveva collaborato per alcune iniziative musicali. Berio si dichiarò non interessato al mondo della banda e, quindi, declinò l’invito. Dimostrò, invece, il suo interesse e la sua curiosità per questa formazione alla quale non si era mai avvicinato, il grande compositore Goffredo Petrassi che accettò con entusiasmo di presiedere la giuria della terza edizione del Concorso 1982. La presidenza Petrassi si rilevò determinante per la radicale svolta del concorso. In quella edizione venne premiata da composizione di Claudio Bilucaglia “Pensieri”. Petrassi individuò questa composizione tra le tante partecipanti in quanto, disse, ne colse l’originalità e la capacità di rivoluzionare il concetto di Banda. La scelta della giuria fu di quelle definitive. Chiudeva inesorabilmente con le “marcette” ed apriva ad una concezione del tutto diversa della banda e del suo ruolo sociale e culturale. La Banda, finalmente, era vista come Orchestra di Fiati, non più timidamente subalterna all’Orchestra sinfonica, ma con pari dignità e, pur nella diversità, con pari capacità espressive.

La svolta di Corciano fece rumore. Scandalizzò i tradizionalisti, allarmò le bande non pronte a cimentarsi con partiture la cui esecuzione richiedeva un livello elevato di qualità tecniche ed interpretative, fece drizzare le orecchie agli editori timorosi che il loro lavoro, fino ad allora “di routine” potesse diventare più complicato e costoso.

Non mancarono critiche all’indirizzo che Corciano e Goffredo Petrassi avevano dato al concorso e non mancò neppure qualche tentativo di bloccare questo nuovo corso.

Corciano resistette e continuò, anche grazie al maestro Petrassi che, per alcuni anni, seguitò a presiedere la giuria, a spingere sul pedale della modernizzazione, sostenuto, in questo arduo compito da coloro che vedevano la necessità, l’urgenza di rinnovare, cambiare, aggiornare.

I risultati di questo impegno che non solo Corciano portò avanti si videro negli anni e il mondo delle bande cominciò a cambiare. Si iniziò a capire che i tempi erano mutati e occorreva uno scatto in avanti per mantenere in vita questa formazione che aveva sicuramente avuto un importante ruolo nel passato quando aveva avvicinato tante persone alla musica, ma che ora rischiava di essere cancellata se non coglieva le nuove esigenze ella società contemporanea.

Il Concorso continuò, anno dopo anno, a sfornare opere di avanguardia, ricerca, sperimentazione, dando linfa vitale a quanti (e erano sempre di più) credevano nella possibilità di portare le bande ad un livello qualitativo più elevato. E per spingere sull’acceleratore del progresso Corciano organizzò, negli anni, alte iniziative importanti. I convegni nazionali “Nuova musica, Nuova banda” per parlare delle svariate problematiche riguardanti il mondo bandistico italiano. Le giornate di studio e analisi delle partiture conservate nell’archivio del Concorso. Le “Rassegne internazionali di complessi di fiati e bandistici” in cui venivano, tra l’altro, eseguite le partiture premiate al Concorso di Corciano.

Nel 2009, Corciano ha costituito la Corciano Festival Orchestra. Composta da strumentisti professionisti e da giovani studenti provenienti da conservatori e scuole di musica umbre, l’Orchestra esegue, ogni anno, dopo un periodo di studio e preparazione, i concerti inseriti nel progetto musica del Corciano Festival – Agosto Corcianese.

La Corciano Festival Orchestra è il coronamento di un progetto il quale, partito nel 1980, voleva dimostrare come le Bande/Complessi di fiato potessero offrire un “prodotto” culturale di pari qualità artistica rispetto alle blasonate orchestre sinfoniche o ritmo-sinfoniche. Potessero, inoltre, dare opportunità di lavoro professionale a tanti giovani strumentisti, contribuendo alla loro formazione e maturazione.

La Corciano Festival Orchestra si è esibita, durante le edizioni annuali del Festival corcianese, sia da sola eseguendo repertori provenienti da differenti ambiti musicali (classico, pop, jazz, folk) e le composizioni originali premiate nelle edizioni del Concorso di Composizione di Corciano, ma anche con solisti di varia estrazione che con l’Orchestra hanno trovato particolari momenti di grande valore artistico e espressivo. Antonella Ruggiero, Tosca, Petra Magoni, Richard Galliano, Allen Vizzutti, Cristiano Arcelli, Oblivion, Moni Ovadia, per fare qualche esempio, si sono esibiti con la Corciano Festival Orchestra e il risultato di questi incontri è stato sempre di grande soddisfazione sia per gli artisti che per il pubblico che ha sempre dimostrato il suo caldo entusiasmo per queste esibizioni.

L’ultima iniziativa a cui Corciano ha aderito al fine di contribuire alla crescita delle Bande è stata la collaborazione con la DIBA (Direttori Italiani di Banda Associati), associazione nata nel 2017 che ha voluto porre la sua sede a Corciano proprio a riconoscimento del grande lavoro che Corciano ha svolto negli anni in favore della Banda. La DIBA è nata dalla esigenza di unire i direttori di Banda italiani al fine di meglio coordinare ed indirizzare il loro lavoro all’interno dei complessi che dirigono. La sua attività si estrinseca principalmente con l’organizzazione annuale, nella sede di Corciano, di un forum, tenuto da personalità internazionali, sulla direzione, la composizione, la didattica, la lettura e l’interpretazione delle partiture nonché sulle specifiche tematiche e problematiche che i direttori di banda incontrano normalmente nell’espletamento del loro lavoro.

L’impegno di Corciano per la Banda continua…

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